Argomenti di Psicologia Clinica; Psicologia Clinica (2nda edizione, 2004)

Alessandro Salvini

Psicologia Clinica - Alessandro Salvini

pagine 350

21,00 euro

1998

Upsel, Padova


Il libro affronta alcuni argomenti della psicologia clinica attraverso il modello interazionista. Prospettiva particolarmente attenta a come i protagonisti della situazione clinica costruiscono e possono modificare i fenomeni psicologici problematici.

Indice

Presentazione

Parte Prima. PARADIGMI E MODELLI IN PSICOLOGIA CLINICA
1. Realtà di senso e di significato. Per una epistemologia della psicologia clinica

Parte Seconda. IL DISCORSO DELL'OSSERVATORE
2. Gli schemi di tipizzazione della personalità
3. La personalità del depresso e le attribuzioni implicite
4. Lo stupratore e la sua vittima: tra patofilia e senso comune

Parte Terza. RUOLI E IDENTITÀ DEVIANTI
5. La costruzione del sé e dell'identità
6. La psicopatia come devianza comportamentale
7. Violenza giovanile tra affiliazione di gruppo ed emozione individuale:
8. Suicidio e stati depressivi femminile

Parte Quarta. DISCONTINUITÀ DELLA COSCIENZA DI SÉ
9. Le allucinazioni uditive non psicotiche
10. Le personalità multiple e frammentazione del sé
11. Stati non ordinari di coscienza

Parte Quinta EMOZIONI COME SISTEMI DI SIGNIFICATI
12. Il caso della paura e dell'angoscia di morte

Letture Integrative

Indice Analitico degli Autori

Presentazione

Il libro affronta alcuni argomenti della psicologia clinica attraverso il "modello interazionista". Prospettiva attenta in modo particolare a come i protagonisti di certe situazioni problematiche generano, consolidano o risolvono le loro difficoltà con loro stessi, con gli altri o con il mondo. Le diverse parti del testo scritte in periodi differenti, ma tra di loro concettualmente coerenti, concorrono ad illustrare questa prospettiva, che nelle sue linee essenziali poggia su quattro assunti: 1) le persone pensano ed agiscono sulla base dei significati che gli eventi hanno per loro, pur non avendo sempre una consapevolezza di ciò che fa emergere questi significati; 2) i significati sono costruiti attraverso l’interazione sociale e simbolica e sono comprensibili all'interno dei contesti personali o interpersonali che li strutturano; 3) questi significati sono modificati e manipolati attraverso un processo interpretativo messo in atto da ogni persona quando entra in relazione con le definizioni della realtà generata dagli altri; 4) le persone costruiscono la loro esperienza replicandola o variandola attraverso sistemi rappresentazionali di cui il linguaggio, la comunicazione e l'agire sono gli elementi costitutivi più importanti.
Poiché ogni atto conoscitivo implica una scelta di come ritagliare e configurare gli eventi, nella prima parte del libro si affrontano gli aspetti epistemologici propri alla psicologia clinica. Difatti questo settore della psicologia si deve misurare con realtà intersoggettive e sociali dotate di senso e significato, ovvero con “realtà di second'ordine o concettuali”. L'analisi di come l’osservazione clinica, sotto forma di diagnosi o di valutazione dell'Altro, sia il risultato di un processo attribuzionale più o meno pertinente, è l'argomento della seconda parte.
La costruzione, il mantenimento o la risoluzione dei fenomeni psicologici problematici, sono anche legati al sistema dell'identità, ovvero ai molteplici processi costitutivi dell'esperienza di sé, nelle sue diverse soluzioni adattative per quanto anomali o devianti possano essere.
Questo tema è il nucleo dell'ottica interazionista che è trattato nel quinto capitolo. In cui, seppure in forma succinta, viene presentata una teoria dell'identità e del sé. Teoria che consente di comprendere quei processi che possono costituire o mantenere certe versioni o narrazioni di se stessi e i contesti atte ad ospitarle Gli studi e le ricerche successive indagano su quelle realtà socialmente situate che sono gli stati mentali e i ruoli impersonati da cui prende vita l'agire deviante. Sistemi interattivi che possono anche essere illustrati da alcuni disturbi dissociativi dell'identità e della coscienza di sé: argomenti trattati nella quarta parte. Il libro si conclude considerando la necessità clinica di ricondurre ogni emozione, per esempio certe angosce di morte, all'elaborazione soggettiva di un'esperienza culturale. In quest'ultima parte viene anche deplorata l’abitudine di tracciare confini tra cognizione, emozione ed azione, come se fossero regioni separate della mente.
Forse il libro potrebbe essere letto alla rovescia. Ed è un suggerimento per chi volesse risalire il fiume più che discenderlo, prendendo confidenza prima con le sue parti più aperte e distese, per poi misurar­si con il percorso più tormentato e complesso, che appunto è quello dei capitoli iniziali.
Teoria, ricerca e riferimenti alla pratica clinica s'intersecano in tutto il volume, lasciando però poco spazio all'esemplificazione, alla metodica terapeutica, a come attuare una consulenza, scrivere una perizia, realizzare un progetto di ricerca/intervento o altri procedimenti clinici. Consumato tutto lo spazio a disposizione non è stato più possibile trattare anche questi aspetti, forse rinviabili ad un secondo libro.
Il lettore facendo propri i principi generali contenuti in questo volume, può comunque ricavare molte indicazioni per la propria prassi, e se volenteroso impegnarsi in alcune letture integrative proposte alla fine del libro. Comunque, al termine di ogni capitolo un ampio e selezionato indice bibliografico potrà essere d'aiuto per approfondire i diversi argomenti, ritrovando gli autori citati a cui peraltro questo libro è dedicato.
Concludendo questa breve presentazione, è da ricordare che il modello interazionista, le psicoterapie strategiche o altre prospettive costruttiviste, fenomenologiche e socio-cognitive, essendo pluraliste e relativiste, non si considerano portatrici di esclusive verità sulla natura umana, il disagio psichico o le condotte devianti. Ad ogni modello è riconosciuta una legittimità convalidata dalla sua capacità di configurare in modo efficace un certo problema e nell'offrire un'accettabile via per risolverlo. Del resto la psicologia clinica, dovendo affrontare un'ampia classe di fenomeni problematici, attribuibili anche a differenti livelli di realtà, deve necessariamente accogliere teorie, metodi e tecniche diversificate. Nella prospettiva di questo libro, la psicologia clinica per non divenire altro, deve: a) rimanere legata alla propria tradizione, che è l'interpretazione, la spiegazione o la comprensione dei processi mentali al fine di poterli influenzare e modificare con strumenti psicologici; b) evitare di assimilarsi al modello nosografico-eziopatogenetico proprio ad un altro paradigma e modello; e) tendere alla confutazione e verifica scientifica delle ipotesi e dei risultati, ove sia possibile e gli assunti epistemologici lo consentano. Tutto questo nella consapevolezza che ogni verità detta senza compromessi presenta confini confusi.