Richard Kern . Biografia

Richard Kern è uno dei maestri più trasgressivi del nostro tempo. E' nato nel 1954 nello stato del North Carolina dove ha frequentato gli studi d'arte.Vive e lavora a New York dal 1979,anno in cui iniziò a fotografare spacciatori e artisti squattrinati e amici e amiche che frequentavano il suo studio.Girò alcuni cortometraggi piuttosto spinti e oltraggiosi,che improvvisamente fecero il giro del mondo dandogli notorietà.Kern si è sempre definito "ironicamente" un provinciale con inclinazioni voyeristiche,sebbene sia considerato "maestro" della fotografia e della cultura underground,un interprete di una New York che si manifesta nei suoi lati più provocatori e carichi di cinismo.Le sue foto rappresentano modelle che si mettono il collirio,si truccano,si fanno spinelli,vomitano,che si abbassano gli slip per mostrare le natiche.Volti e corpi sensuali in una posa statica sotto la doccia, o in posizioni intime che rivelano apertamente ed in maniera provocatoria,le proprie libertà e le proprie inclinazioni.

(da libricom.it)

A quanti liceali è capitato, tornando a casa dopo aver marinato la scuola, d’imbattersi in un’auto piena di fantastiche ragazze in zeppe ed hot-pants, di essere invitati a salire e lasciarsi sprofondare in tale tripudio dei sensi? A Richard Kern (Roanoke Rapids, North Carolina, 1954) è successo, nel lontano 1971, e racconta, con l’ironia che lo contraddistingue, di essere rimasto “a bocca aperta, da provinciale quale ero”. Qualche anno più tardi, con il suo sguardo da provinciale, pronto al fascino e allo stupore, e non ricoperto dalle cateratte della noia di chi è abituato a vedere di tutto con la stessa indifferenza, si trasferisce a New York, dove inizia a fotografare amici e spacciatori. Durante gli anni Ottanta si dedica però soprattutto alla produzione di controversi cortometraggi in super8, facendosi protagonista del cosiddetto Cinema of Transgression, movimento dall’esistenza tanto sotterranea quanto intensa, teorizzato dal regista Nick Zedd come rabbioso rifiuto della morale e sfida alla moderazione borghese. Sesso estremo, droga, violenza, autolesionismo, comportamenti anarcoidi, un’estetica sporca e dai forti contrasti sono gli ingredienti di una filmografia nichilista che sembrava muoversi tra echi dello sperimentalismo di Warhol e del trash di John Waters, giusto per dare un’idea. Perfetta incarnazione della cultura underground della Grande Mela, l’artista mostrava i suoi primi film in occasione di concerti o di grandi acid parties, dove si mescolavano le immagini di un mondo alla ricerca costante di eccitazione e di uno stile di vita condotto alla massima intensità.
Dalla seconda metà degli anni ‘90 in poi, fatta eccezione per alcuni videoclip (per Sonic Youth e Marylin Manson), Kern si concentra sul ritratto foto grafico femminile, di cui vengono presentati in questa mostra 15 recenti esemplari c-print, suddivisi tra il C-Dream, che ospita gli scatti più soft, e la galleria Guidi&Schoen.
La trasgressione è trasgredita, si avverte qualcosa d’intensamente poetico in queste immagini di giovani donne immortalate nell’intima morbidezza di ambientazioni quotidiane: in bagno, in cucina, in ufficio, mentre si depilano le ascelle o s’infilano una scarpa. Un sentore di purezza e innocenza si ritrova persino nelle tenerezze di un’avventura lesbica in atmosfere bucoliche di piena estate. Lo sguardo però, rimane quello in cui scorrono libere le pulsioni, uno sguardo che si posa su ragazze a loro volta libere di desiderare e di farsi desiderare. Il voyeurismo da cui Kern si dichiara affetto è infatti paradossale, dal momento che è lui stesso a costruire le situazioni e i contesti, e ad inserirvi un soggetto che, anche quando si finge ignaro dell’obiettivo fotografico, assume una posa e si esibisce consapevolmente. Eppure la somma di finzioni sembra dare per risultato il reale, proprio in quanto produzione soggettiva e aperta rivelazione delle proprie inclinazioni. Interpreti silenziose di una storia immaginata dal fotografo, di un frammento di consueta femminilità, le modelle giocano con il proprio erotismo, ora distrattamente, ora più lascive e maliziose. Amano lasciarsi ammirare. Dove l’artista si dimostra profondo conoscitore delle donne. E della forza desiderante che produce lo sguardo.

(da exibart.com)