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I principi della Patafisica
- La patafisica non è una negazione che aspira a divenire una nuova affermazione.
- Non pretende di salvare il prossimo riformandolo.
- È didattica, ma non pedagogica.
- Ha un metodo ma non ha un fine.
- È monolitica e libertaria, ritualistica e scanzonata, profetica e anti-messianica.
- Pone sullo stesso piano di equivalenza l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo.
- Non crede nel valore assoluto delle contrapposizioni convenzionali: bello e brutto, spirito e materia, bene e male, vita e morte, bianco e nero ecc.; eppure le comprende tutte.
- Non persegue alcuna costruzione chiusa, con pretese totalitarie e definitive, bensì un continuo accrescimento, ed una continua riclassificazione, su basi logiche, dei dati forniti incessantemente dall'esperienza.
- Non contiene: alcun dogma o limitazione, intolleranza o fine ultimo o riduzionismo, né alcuna formula pretenziosamente definitiva, sintetica e globale.
- Se anche una verità unica, una verità superiore, una verità chiave esistessero, e se anche esse fossero riconducibili ad un dio, esse non potrebbero restare che indeterminate, suprema e irraggiungibile meta verso la quale si muoverebbe incessantemente - appunto, patafisicamente - una pluralità, continuamente accresciuta, risistemata e risistemabile di simboli dal significato frammentario, provvisorio, e solo parzialmente accessibile.
- Poiché non esistono differenze categoriche essenziali e definitive le categorie sono delle classificazioni artificiose che generano delle differenze convenzionali, artificiali, e niente affatto essenziali.
- Quesito della patafisica: anche se il principio di indeterminazione non fosse valido per la storia e per i fatti, esso sarebbe pur sempre valido per il modo di conoscerli e di interpretarli?