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Sofistica. Sinossi
Tradizionalmente l’indirizzo di pensiero noto con il nome di ‘sofistica’ designa filosofi e intellettuali attivi nella seconda metà del V secolo a.C., per lo piú ad Atene, in un periodo che a rigore risulta lo stesso che vede protagonista Socrate, ma che in un ideale (o idealistico) svolgimento della filosofia occidentale si continua a considerare concettualmente ‘anteriore’ al socratismo e alla sua evoluzione nel platonismo (e nell’aristotelismo). È opinione diffusa che un certo numero di concetti chiave, dal punto di vista epistemologico ed etico, garantiscano la sostanziale omogeneità – pur nelle differenze individuali – del pensiero sofistico; tali concetti si possono riassumere come segue:
1) un interesse filosofico che si sposta dal mondo della natura (centrale nella prima speculazione ionica) o delle grandi questioni metafisiche (centrale nella speculazione eraclitea e parmenidea) al mondo dell’uomo;
2) una spiccata inclinazione alla revisione critica o all’aperta contestazione dell’etica tradizionale e dei suoi capisaldi, nell’ottica di un relativismo morale che può avvalersi fra l’altro di orizzonti geografici e culturali ormai assai ampi;
3) una marcata caratterizzazione ‘retorica’ dei procedimenti impiegati nelle discussioni dai sofisti, che vantavano spesso la funzionalità pratica (specie in àmbito politico) dei loro metodi dialettici;
4) un comune orizzonte sociologico, o se si vuole un comune ‘bacino d’utenza’, individuato ora nei rampolli dell’aristocrazia e nella jeunesse dorée della polis, ora nel ceto emergente dei nuovi ricchi, estranei all’aristocrazia tradizionale, che l’Atene del V secolo a.C. (e non solo) portava prepotentemente sulla scena dello scontro politico e ideologico.