Il pensiero di Clifford Geertz

La critica dell'etnografia classica (da wikipedia)

La riflessione teorica di Geertz prende l'avvio da un profondo ripensamento del metodo etnografico. Non basta più andare sul posto ed osservare - secondo la concezione veni, vidi, vici, come la chiama Geertz (1973). La presenza e la viva esperienza non bastano più a garantire l’accesso a un’altra cultura: tale accesso deve passare attraverso la comprensione del sistema di significati che i nativi attribuiscono alla propria vita sociale.

La cultura come testo

La cultura è vista come un testo, un testo scritto dai nativi, che l'antropologio si sforza di interpretare, anche se non può prescindere dall'interpretazione dei nativi. Il sapere dell'antropologo consiste in interpretazioni di interpretazioni. Ne consegue che la cultura è un sistema di segni che si costruiscono socialmente nel momento in cui vengono interpretati. Per Geertz interpretare equivale ad imporre un ordine. Ma quest'ordine è sempre un ordine locale, e il sapere dell'antropologia è anch'esso locale.

....l'uomo è un animale sospeso nelle reti di significato che egli stesso ha tessuto...'. Queste reti costituiscono la cultura, la cui analisi è,'....non una scienza sperimentale in cerca di leggi ma una scienza interpretativa in cerca di significati' (1975 Thick description.... in The Interpretations of Cultures).

Il concetto di descrizione densa

La sua idea (che riprende dal filosofo Ryle) di descrizione densa è molto nota. È impossibile compiere la descrizione di un testo sociale senza mettere in mostra diversi strati di interpretazioni di esso attribuitegli dai diversi attori sociali appartenenti alla sua cultura di origine.

In un modo che richiama la comparazione di Max Weber fra comportamento e azione, Geertz espone il significato dell'analisi etnografica "densa" distinguendo i tic involontari dagli ammiccamenti: i primi sono semplice comportamento, mentre i secondi sono comportamento significativo, l'oggetto specifico dell'etnografia.

Se la scienza mira a semplificare un problema, al contrario un approccio ermeneutico vuole restituircelo nella sua complessità originaria (limite irraggiungibile) o almeno offrirci il maggior numero di collegamenti per potercene fare un'idea. Niente cose semplici insomma. Studiare è rendere semplici le cose che sembrano complesse, e lo sforzo dell'analisi ci porta dentro la cultura all'origine di quelle cose. Ma è proprio la cultura che vogliamo studiare, quindi è inutile simularla con strutture ed illuderci di averla ingabbiata.

Due concetti importanti per comprendere cosa intenda Geertz per descrizione densa sono quelli di: Concetti vicini all'esperienza e Concetti lontani dall'esperienza. Un concetto vicino è un'idea di cui ci si serve in modo inconsapevole, nell'immediatezza e praticità del discorso comune, senza riflettere neanche sul fatto che esso sia un concetto e quindi che incorpori dei significati. Ad esempio, se dico Palla da calcio chiunque su questo pianeta sa cosa vuol dire. Supponiamo invece che occora spiegare a un extra-terrestre cos'è una palla da calcio. Sarà necessario usare una formula che non dia per scontato che il nostro interlucutore sappia ciò di cui stiamo parlando, quindi diremo qualcosa del tipo: Sfera di cuoio vuota all'interno e gonfiata ad aria sufficientemente perché possa rimbalzare e usata per un gioco a squadre di 11 contro 11 ecc... Questo è un esempio di concetto lontano dall'esperienza.

La descrizione etnografica secondo Geertz deve muoversi a zig zag tra i concetti vicini all'esperienza della popolazione studiata e i concetti lontani dall'esperienza. In modo che non sia nè intrappolata nell'orizzonte concettuale nativo e nella sua immediatezza, ma neanche sia una descrizione fredda, asettica, priva di tonalità e ingabbiata in astrazioni scientifiche.

L'uomo è un animale incompleto che esiste solo all'interno di una cultura. Il suo pensiero è dipendente dai simboli che condivide con altri uomini, e a chi si identifica con essi. (si vedano Max Weber, Margaret Mead, John Dewey)

Per approfondire l'opposizione tra metodo strutturale e interpretativo si rimanda a come questa opposizione viene oggi articolata in semiotica. (si vedano le opere di Algirdas Greimas e di Umberto Eco rispettivamente)

 


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