Sifilide © www.benessere.com

La sifilide è una malattia grave, se non curata adeguatamente, che si trasmette per via sessuale, ma anche genitale o extragenitale. Qualche settimana dopo il contagio, la Spirocheta Pallida, suo agente eziologico, determina ulcere indolori solitamente a livello genitale che scompaiono dopo qualche tempo. Dopo questa prima fase, se non interviene una opportuna cura antibiotica, la malattia entra nella seconda e poi nella terza fase, con la produzione, a livello cerebrale delle cosiddette gomme luetiche che possono danneggiare il cervello fino alla demenza. Fortunatamente di assoluta rarità, dati gli accorgimenti diagnostici preventivi, è la trasmissione della malattia da madre a feto. 

Secondo la tradizione, la sifilide venne introdotta in Europa dall'America ad opera dei marinai di Cristoforo Colombo e poi diffusa in Italia dai soldati dell'armata di Carlo VIII causando un'epidemia che si abbatté su tutta l'Europa verso la fine del '400. In Italia il morbo si manifestò in forma epidemica nel 1494 con l'assedio di Napoli ad opera delle truppe francesi al comando di Carlo VIII. Per questo motivo nella nostra penisola fu chiamato il "mal francese" mentre in Francia il "mal napolitain". Questa teoria "americanista" sull'origine della malattia è stata però contestata da autorevoli studiosi di storia della medicina, anche se non ci sono evidenze scientifiche determinanti per negarla definitivamente. In ogni caso, solo nella prima metà del novecento la scoperta della penicillina trasformò un morbo che seminava morte e disperazione in una malattia curabile.

Sintomi ed evoluzione della malattia: Causata da un batterio, il Treponema pallidum, si evolve in tre fasi:

Sifilide Primaria: Periodo di incubazione 2/6 settimane. Compare in sede genitale (nell'uomo nel solco balano-prepuziale o sul prepuzio; nelle femmine sulle grandi labbra o piccole labbra e nel fornice ) il "sifiloma", cioè un nodulo eroso in superficie nella sua parte centrale e che guarisce spontaneamente.  Nelle vicinanze si sviluppa un gonfiore alle ghiandole linfatiche, mentre il sifiloma cicatrizza lentamente in circa un mese.

Sifilide Secondaria: Quando il sifiloma è cicatrizzato, si sviluppa il secondo stadio della malattia con febbre, eruzione cutanea generalizzata (sifilodermi eritematosi - rosolea), infiammazione alla gola e gonfiore alle ghiandole linfatiche in tutto il corpo. In rari casi l'infiammazione provoca meningite. Segue una fase di latenza clinica che in un terzo dei casi determina la guarigione spontanea, dimostrata dalla negativizzazione di quei test seriologici che si erano positivizzati durante la prima fase, in un terzo dei casi rimane asintomatica anche se non si verifica tale negativizzazione, ad indicare che il " Treponema pallidum" è sempre presente nell'organismo. Nel rimanente terzo dei casi si manifestano le lesioni cliniche della lue terziaria, oggi per fortuna estremamente rare grazie alla terapia antibiotica.

Sifilide Terziaria: In assenza di cure, dopo alcuni mesi, o anche anni (fino a 25) dalle manifestazioni della sifilide secondaria, appare la lesione sifilitica terziaria. Le lesioni terziarie attaccano le valvole cardiache e indeboliscono le pareti dei vasi sanguigni principali. L'infezione attacca anche il cervello e il midollo spinale causando alienazione mentale con paralisi generalizzata o perdita della coordinazione muscolare. In effetti però la sifilide terziaria può colpire tutti gli organi ed apparati e quindi causare un quadro clinico polimorfo.

Terapia: Nella sifilide recente la terapia antibiotica è quella oggi elettiva e l'antibiotico di prima scelta è la benzilpenicillina. Il trattamento porta ad una guarigione completa ed alla negativizzazione dei test sierologici. E' bene comunque dopo la cura effettuare costanti controlli fino alla certezza che l'infezione sia veramente eliminata. Se necessario si replica il trattamento. Nella sifilide latente lo schema del trattamento è identico. In caso di recidive, la prognosi è più severa e la terapia va ripetuta con dosi più elevate e per un periodo più lungo. La terapia della sifilide tardiva dà risultati meno soddisfacenti.  Purtroppo la penicillina è in grado solamente di eliminare l'infezione, non i danni che si possono essere gia verificati nelle valvole cardiache, nei nervi e in tutti gli altri organi.

Il batterio Treponema pallidum: L'infezione è causata da un batterio, il Treponema pallidum, spirochete della lunghezza di 6-15 micron. Si tratta di batteri spiraliformi, lunghi bastoncini incurvati a forma elicoidale molto mobili e flessibili.

          

Prevenzione: Circa un terzo delle persone che hanno rapporti con soggetti che hanno manifestazioni contagiose in atto (sifilide primaria, secondaria e latente iniziale), possono essere infettati. Anche in questo caso prevenzione significa affrontare le relazioni sessuali con responsabilità: limitare il numero di partners, utilizzare profilattici e, se si ritiene di essere infettati, evitare contatti sessuali fino alla completa guarigione.

Sifilide congenita: Si parla di sifilide congenita nel caso di trasmissione della malattia durante la gravidanza al feto (normalmente attraverso la placenta) o, più raramente, attraverso contatto con lesioni infette durante il passaggio nel canale del parto, oppure con lesioni del capezzolo durante l'allattamento. L'infezione del feto può avvenire ad ogni stadio della gravidanza e in qualunque fase dell'infezione materna e avviene in assenza di terapia nel caso di madre affetta da sifilide primaria o secondaria, scende al 40% durante lo stadio di latenza precoce e al 6-14% durante lo stadio latente tardivo. Con un'infezione precoce e in assenza di terapia si possono verificare aborto, nascita di un feto morto, parto prematuro. Alla nascita l'infezione può essere clinicamente manifesta o silente (fino al 50% dei casi); se non trattata i sintomi possono manifestarsi dopo mesi o anni.
Anche in questo caso la terapia di elezione è la penicillina, alla stessa stregua delle pazienti non gravide.


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