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La Dalia Nera
James Ellroy
The Black Dahlia, The Mysterioius Press, New York
pagine 432
18,60 euro
1987, ed. italiana 19991
Mondadori, Milano
I never knew her in life. She exists for me through others, in evidence of the ways her death drove them. Working backward, seeking only facts, I reconstructed her as a sad little girl and a whore, at best a could-have-been - a tag that might equally apply to me. I wish I could have granted her an anonymous end, relegated her to a few terse words on a homicide dick's summary report, carbon to the coroner's office, more paperwork to take her to potter's field. The only thing wrong with the wish is that she wouldn't have wanted it that way. As brutal as the facts were, she would have wanted all of them known. And since I owe her a great deal and am the only one who does know the entire story, I have undertaken the writing of this memoir.
Non l'ho mai conosciuta da viva. Lei, per me, esiste solo attraverso gli altri, nell'evidenza delle loro reazioni alla sua morte. Scavando a ritroso e attenendomi ai fatti posso dire che era una ragazza triste e una puttana. Nella migliore delle ipotesi era una fallita, un'etichetta che, del resto, potrei applicare a me stesso. L'avrei consegnata volentieri a una fine anonima, poche righe su un rapporto della Omicidi, una copia carbone per l'ufficio del magistrato, i formulari per la fossa comune. Ma lei non avrebbe approvato questa conclusione: avrebbe preferito rendere manifesta la sua storia in tutta la sua brutalità. Le devo molto e poiché io solo conosco i fatti per intero, tocca a me mettere per iscritto queste righe.
Non si muovono certo in un mondo di illusioni Lee e Dwight, poliziotti, pugili, amici nonostante tutto. Eppure il pericolo più grave per loro non arriva dalla folla di relitti umani e delinquenti che li circondano, né dalla violenza e dalla corruzione di Los Angeles, né da Kay, la donna da cui entrambi sono attratti ma che non li divide né li fa sentire rivali. È un orrido delitto a destabilizzarli, ribaltando in modo definitivo la loro vita: il massacro di Elizabeth Short, che i giornali si affrettano a battezzare Dalia Nera.
È una prostituta a tempo perso, una vittima consenziente dello show business e soprattutto di se stessa, una ragazza leggera, allegra, imprudente. Le indagini sulle tracce del mostro si interrompono presto per Lee, che scompare misteriosamente, e proseguono con cadenze ossessive per Dwight, detto "Bucky".
Un'ossessione che nessuno come James Ellroy poteva descrivere. È alla madre che l'autore pensa, dando vita a Dalia Nera: la madre annientata dalla vita, sconfitta dagli uomini e poi uccisa. Ed è per lei che crea la più agghiacciante dedica che uno scrittore abbia mai destinato a una persona cara. "Madre: ventinove anni dopo, queste pagine d'addio in lettere di sangue".
Con gli occhi di Bucky, sempre più stravolto, disposto a tutto pur di realizzare una fame di giustizia che non scaturisce certo dal suo codice deontologico di poliziotto, James Ellroy percorre una vicenda che è insieme un'indagine, una discesa agli inferi tra gli angeli caduti, ma soprattutto una seduta psicoanalitica: il confronto supremo con se stessi. Senza una lacrima. Senza un lamento. Immergersi nel sangue e uscirne immacolati.