Pasto Nudo

William Seward Burroughs

The Naked Lunch, Olympia, Paris; Naked Lunch, Grove, New York


The Naked Lunch - William Seward Burroughs Naked Lunch - William Seward Burroughs Pasto Nudo - William Seward Burroughs

pagine 269

17,00 euro

1959; 1962, ed. italiana 1964, 2001

Sugar, Milano; Adelphi, Milano


I can feel the heat closing in, feel them out there making their moves, setting up their devil doll stool pigeons, crooning over my spoon and dropper I throw away at Washington Square Station, vault a turnstile and two flights down the iron stairs, catch an uptown A train... Young, good looking, crew cut, Ivy League, advertising exec type fruit holds the door back for me. I am evidently his idea of a character. You know the type comes on with bartenders and cab drivers, talking about right hooks and the Dodgers, call the counterman in Nedick's by his first name. A real asshole. And right on time this narcotics dick in a white trench coat (imagine tailing somebody in a white trench coat -- trying to pass as a fag I guess ) hit the platform. I can hear the way he would say it holding my outfit in his left hand, right hand on his piece: "I think you dropped something, fella".

Sento la polizia che si stringe, li sento lì fuori mentre fanno le loro mosse, mentre preparano le loro demoniache "bambole" degli informatori, borbottano sul cucchiaio e sul contagocce che ho buttato via alla stazione di Piazza Washington, scavalco la porta girevole e le due rampe giù per le scale di ferro, ce la faccio ad acchiappare un treno "A" per il centro... Giovane, bel ragazzo, capelli a spazzola, membro della Ivy League, genere dirigente pubblicitario, un finocchio mi tiene aperta la porta. Conoscete il genere: dà spago a baristi e taxisti parlando di uncini destri e di baseball, chiama per nome il contabile di Nedick. Un vero stronzo. E proprio all'ultimo minuto questo poliziotto della squadra anti-narcotici con il trench bianco (ve l'immaginate pedinare qualcuno con un trench bianco? Suppongo che cerchi di farsi passare per un battone) riesce a saltare sulla pensilina. Mi sento negli orecchi il modo con cui avrebbe detto, tenendo il mio armamentario nella sinistra e la patacca nella destra: - Ehi, voi, mi sembra che vi sia caduto qualcosa.

 

Con questo romanzo William Burroughs rivelò di essere – nelle parole di Norman Mailer – «l’unico romanziere americano vivente a cui si possa plausibilmente attribuire genio». Qui per la prima volta, in anni (era il 1959) in cui questi temi e queste realtà venivano generalmente sottaciuti, Burroughs ci offre il racconto allucinato dell’inferno di un tossico. Lacerato tra la necessità impellente della «roba» e il richiamo molesto della carne, braccato da poliziotti e spacciatori, Lee, il suo Doppio, trascorre le giornate in sordidi luoghi pervasi dai miasmi del corpo e dalle fobie della mente. Scavando nelle proprie ferite con l’acume della paranoia e un’acrobatica inventiva stilistica, Burroughs tratteggia, sfrontato e perentorio, un ritratto dell’America all’acido fenico, un ritratto cui la vita quotidiana – oltre che il cinema e la letteratura dell’orrore – ha tentato con gli anni di adeguarsi. L’America di Burroughs è schiava dell’«algebra del bisogno», dominata da una inveterata forma di «dipendenza» che affonda le radici nei tessuti di corpi fantasmatici e nelle cellule di cervelli in sfacelo. Pasto nudo è la prima mappa di questa nuova terra in continua espansione. Pasto nudo, il romanzo più famoso (1959) di Burroughs, è il primo volume di una trilogia che comprende The Soft Machine e Nova Express, entrambi di prossima pubblicazione