La scrittura e la differenza

Jacques Derrida

L'écriture et la différence, Seuil, Paris


La scrittura e la differenza - Jacques Derrida

pagine XXIV-390

29,00 euro

1967, ed. italiana 1971, 2002

Einaudi, Torino


Non è improprio considerare questo libro di Derrida come un vero classico dei nostri anni: uscito in Francia nel 1967, e comparso nella versione italiana (quella che qui si ristampa) nel 1971, il libro ha aperto prospettive inedite, ha proposto temi per discussioni intense e appassionate, ha determinato sviluppi culturali in aree che sembravano estranee alle idee di Derrida (valga la fortuna del «decostruzionismo» a dimostrarlo). La creatività del testo, il modo di discutere con Foucault come con Lévi-Strauss indicando aperture e ipotesi, l'incrociare fenomenologia, strutturalismo e letteratura, le pagine su Artaud e Bataille, l'esame delle idee di Nietzsche, Freud e Heidegger, ma anche le ricognizioni da Platone a Descartes a Hegel, hanno costituito uno stimolo decisivo e hanno proposto uno stile (e una scrittura) che hanno inciso profondamente, e continuano a suggestionare non solo un pubblico di specialisti. Nella sua introduzione Gianni Vattimo traccia un profilo del filosofo di grande perspicuità, e fa il punto della fortuna de La scrittura e la differenza nel pensiero piú recente.

Indice

Derrida e l'oltrepassamento della metafisica di Gianni Vattimo.

Introduzione.

Forza e significazione.

Cogito e storia della follia.

Edmond Jabès e la interrogazione del libro.

Violenza e metafisica. Saggio sul pensiero di Emmanuel Levinas.

«Genesi e struttura» e la fenomenologia.

Artaud: la parole soufflée.

Freud e la scena della scrittura.

Il teatro della crudeltà e la chiusura della rappresentazione.

Dall'economia ristretta all'economia generale. Un hegelismo senza riserve.

La struttura, il segno e il gioco nel discorso delle scienze umane.

Ellissi.

Indice dei nomi.