Verità e metodo. Lineamenti di un'ermeneutica filosofica

Hans Georg Gadamer

Wahrheit und Methode. Grundzüge der philosophischen Hermeneutik, Mohr,  Tübingen

Hans Georg Gadamer - Verità e Metodo Hans Georg Gadamer - Wahrheit und Methode

pagine LXXX-1068

32,00 euro

1960 ed. italiana 1972, 2000

Fabbri, Milano, 1972, Bompiani, Milano, 2000

"Chi vuol comprendere un testo deve essere pronto a lasciarsi dire qualcosa da esso. perciò una coscienza ermeneuticamente educata deve essere preliminarmente sensibile all'alterità del testo. Tale sensibilità non presuppone né un'obiettiva 'neutralità' né un oblio di sé stessi, ma implica una precisa presa di coscienza delle proprie pre-supposizioni e dei propri pregiudizi."

A partire dal momento in cui, con "Essere e tempo" (1927), Heidegger riconobbe alla "ermeneutica dell'esserci" un ruolo basilare nella costruzione della filosofia, la teoria dell'interpretazione (ermeneutica, dal nome del dio greco Hermes, messaggero degli dei) ha progressivamente perduto la fisionomia di disciplina "tecnica" che la caratterizzava nella cultura occidentale e ha acquistato un rilievo filosofico crescente. Il problema dell'interpretazione non si pone più solo in rapporto all'esegesi di testi letterari, religiosi, giuridici; né la problematica del metodo delle scienze storico-sociali, o "scienze dello spirito", dibattuta da! pensiero otto-novecentesco, è più una pura e semplice discussione metodologica. Dal punto di vista aperto da Heidegger, il fenomeno dell'interpretazione caratterizza ogni aspetto dell'esistenza umana, giacché questa si svolge tutta entro il medium del linguaggio, che la condiziona e la rende possibile. Hans-Georg Gadamer è il primo pensatore che, muovendo da una rimeditazione dell'eredità di Heidegger e, prima, di tutta la tradizione del pensiero occidentale dai Greci a Hegel, ha dato una presentazione sistematica dell'ermeneutica come posizione filosofica specifica. In "Verità e metodo" (la sua opera fondamentale, uscita la prima volta nel 1960) Gadamer contrappone allo scientismo e all'epistemologismo, che dominano la filosofia di inizio secolo (e che identificano la verità con il sapere delle scienze positive), una rivendicazione della portata di verità di altre esperienze-chiave dell'esistenza, come quella estetica, quella storiografica, quella del dialogo interpersonale. Non però con l'intento di riproporre tesi irrazionalistiche o intuizionistiche, bensì mirando al recupero di una nozione di ragione che non dimentichi il nesso, originario greco, tra logos, linguaggio e dialogo. In tal modo, come ha osservato Habermas, Gadamer "urbanizza" gli esiti dei pensiero di Heidegger, rendendo possibile un approccio al carattere linguistico dell'esistenza che tiene conto sia della tesi heideggeriana sul linguaggio come "casa dell'Essere", sia di altre correnti di pensiero orientate all'analisi del linguaggio, come la filosofia che si ispira al cosiddetto "secondo Wittgenstein".

 

 

Indice

Introduzione, di Giovanni Reale

Nota editoriale

Introduzione (1972). L'ontologia ermeneutica nella filosofia contemporanea, di Gianni Vattimo

Postilla (1983), di Gianni Vattimo

Bibliografia

Premessa

Sommario

Introduzione

Parte prima - MESSA IN CHIARO DEL PROBLEMA DELLA VERITA' IN BASE ALL'ESPERIENZA DELLA'RTE

I. Il trascendimento della dimensione estetica

II. L'ontologia dell'opera d'arte e il suo significato ermeneutico

Parte seconda - IL PROBLEMA DELLA VERITA' E LE SCIENZE DELLO SPIRITO

I. Preparazione storica

II. Elementi di una teoria dell'esperienza ermeneutica

Parte terza - DALL'ERMENEUTICA ALL'ONTOLOGIA. IL FILO CONDUTTORE DEL LINGUAGGIO

Appendici

- Prefazione alla seconda edizione tedesca (1965)

- Poscritto alla terza edizione di "Verità e metodo" (1972)

- Prefazione all'edizione italiana (1972)


Indice dei termini

Indice dei nomi