|
||||||||||||||||||
Percezione del rischio e devianza primaria: uno studio su consumatori di cannabis, alcol ed ecstasy
Francesco Buccheri, Claudio Fasola
3. Obiettivi
L'obiettivo primario che ha guidato questo lavoro è stato studiare il costrutto di “percezione del rischio” in giovani assuntori di cannabis, alcol ed ecstasy. In particolare, l'indagine è stata rivolta alla dimensione tossicofilica di persone che, secondo la definizione di De Leo (1982), si collocano in una condizione di tossicodipendenza primaria, non trovandosi inseriti in alcun programma terapeutico o sottoposti a procedimenti penali.
E' stata condotta un'analisi dei processi psicologici che, oltre ad essere implicati nella costruzione e nel mantenimento dell'identità, costituiscono la base per l'automonitoraggio di azioni riguardanti condotte rischiose. Infine, è stato possibile effettuare un confronto tra i diversi gruppi di soggetti che hanno composto il campione della ricerca.4. Strumenti e gruppo di ricerca
Le Griglie di Repertorio (GDR) hanno svolto un ruolo primario ai fini della ricerca. Lo strumento, infatti, consente lo studio delle dimensioni di significato personale con cui l'individuo costruisce la propria esperienza. Grande vantaggio delle GDR è inoltre quello di offrire la possibilità di attribuire dei valori statistici ai costrutti personali, pur senza imbrigliarli in una struttura concettuale predefinita.
La costruzione della griglia è un momento fondamentale in cui sono definiti gli elementi intorno ai quali interessa focalizzare i processi interpretativi e attribuzionali. Nella presente ricerca, gli elementi delle GDR sono stati mantenuti invariati per i quattro gruppi a eccezione di uno soltanto.
Complessivamente, gli elementi selezionati sono stati i seguenti:o “Io come sono”
o “Una persona che rispetta le regole”
o “Io quando sono con gli amici”
o Gruppo Can: “Io quando mi fumo una canna”
Gruppo ALC:“Io quando mi ubriaco”
Gruppo EXT:“Io quando mi calo”
Gruppo di controllo: “Una persona che si droga o fa uso scorretto di alcol”
o “Una persona che conosce i rischi connessi alle proprie azioni”
o “Una persona di successo”
o “Io tra 10 anni”
o “Una persona che fa preoccupare gli altri”
La scelta di tali elementi ha tenuto conto dell'impossibilità di indagare nella sua globalità la “teoria” su se stessi delle persone. Si è voluto pertanto approfondire quelle elaborazioni cognitive, situate e settoriali, definite come “rappresentazioni di sè” e costituenti, rispetto al concetto di sè, “la parte operativa, empiricamente prodotta, proiettata nell'assunzione di ruoli e di volti d'identità” (Salvini, 2004).
In tal modo, viene evidenziato l'aspetto interpersonale e situazionale dell'identità, riguardante i processi autoconoscitivi mediati da contesti e ruoli sociali assunti, nonché le negoziazioni miranti a mantenere la congruenza tra le rappresentazioni di sè e le conferme da parte degli altri.
Infine, gli elementi “Una persona che rispetta le regole”, “Una persona che conosce i rischi connessi alle proprie azioni” e “Una persona di successo” sono stati scelti per mettere in evidenza i costrutti impiegati nel definire alcune rappresentazioni prototipiche che potevano costituire un riferimento rilevante sul piano dei processi di costruzione dell'identità personale.
E' bene sottolineare che nella fase di elicitazione dei costrutti si è optato per il cosiddetto metodo delle diadi. Questo consiste nella presentazione di coppie di elementi, accompagnati dalla richiesta di indicare “in che cosa questi due elementi differiscono o si somigliano”. Con tale procedura è stata completata l'intera griglia.
Si è consapevoli che il metodo delle diadi possiede un minore potere euristico rispetto a quello chiamato delle triadi. Quest'ultimo consente infatti di utilizzare un maggior numero di elementi da discriminare, permettendo l'elicitazione di costrutti sovraordinati e rilevanti per il soggetto.
Tuttavia, il metodo delle diadi offre il vantaggio di una più semplice e veloce somministrazione. Ciò è stato particolarmente utile, considerata non solo la necessità di somministrare lo strumento in contesti ricreativi, ma anche la scarsa disponibilità a collaborare di alcuni soggetti.La Scala di Percezione del Rischio fa riferimento agli studi di Slovic (1987), che fu il primo ad usare il termine “percezione del rischio” nello specifico, e al lavoro di Lichtenstein (1978), che indagò le variabili cognitive e le modalità di distorsione dell'informazione all'interno dei processi di giudizio.
Sebbene la Scala originale sia costituita da tre parti, in questo lavoro è stata usata una versione modificata dello strumento (Salvini e Fasola, 2004) di cui si adottata solamente la prima parte. Il motivo di tale scelta è stato quello di favorire una somministrazione rapida e poco faticosa per i soggetti reclutati in contesti informali e ricreativi.
La prima parte della Scala di Percezione del Rischio è formata da tre sottoscale composte da trenta affermazioni, che fanno riferimento a 30 comportamenti così suddivisi:o 10 comportamenti generici, che costituiscono attività rischiose, non connesse all'AIDS (es.: correre in macchina, fare uso di droghe, ecc.).
o 10 comportamenti non a rischio AIDS, che descrivono attività solo apparentemente a rischio per la contrazione del virus HIV, ma che la ricerca scientifica ha rivelato innocue (es.: stingere la mano ad una persona sieropositiva, dare un bacio ad un sieropositivo, ecc.).
o 10 comportamenti a rischio AIDS, che comprendono attività seriamente a rischio AIDS (es.: scambiarsi aghi o siringhe usati, avere rapporti sessuali con persone sieropositive senza uso del preservativo, ecc.).Solo la terza categoria, dunque, è costituita da comportamenti associati ad un reale rischio di contrarre l'AIDS, mentre la seconda categoria riguarda rischi collegati impropriamente a certi eventi. Nell'elaborazione del giudizio di rischiosità infatti entrano in gioco conoscenze non obiettive o credenze che possono costituire vere e proprie teorie ingenue. Infine, la categoria dei rischi generici consente di bilanciare i giudizi dei soggetti, per evitare che si attribuisca una rilevanza impropria ai rischi di una delle altre categorie.
Agli intervistati viene richiesto di stimare i 30 comportamenti in base alla loro rischiosità, usando una scala da 0 (non rischioso) a 100 (molto rischioso). Nelle istruzioni si fa riferimento al rischio come alla possibilità di contrarre una malattia o un qualunque danno fisico, in conseguenza al proprio comportamento.
Scopo dello strumento è quello di studiare, attraverso il grado di rischio associato ad ogni comportamento, le eventuali sottostime e sovrastime effettuate e le modalità di differenziazione dei tre tipi di comportamento.
La Scala di Percezione del Rischio utilizza affermazioni riguardanti non solo condotte generalmente rischiose, ma anche collegate o meno al rischio specifico di contrarre il virus HIV. Questa sua peculiarità si è rivelata particolarmente utile ai fini della presente ricerca sui consumatori di sostanze psicoattive, dal momento che lo strumento fa riferimento a condotte e categorie sociali sottoposte a processi di stigmatizzazione ed etichettamento. Inoltre, la valutazione degli item comporta il coinvolgimento di credenze e teorie di senso comune in merito alla devianza e, nello specifico, l'impiego di processi di costruzione di rappresentazioni stereotipiche e prototipiche riguardanti certe categorie sociali.La Scala della Ricerca di Forti Sensazioni (Sensation Seeking Scale) è stata usata nella sua sesta revisione (Galeazzi, 1994) che costituisce la più recente evoluzione della scala del 1984 proposta da Zuckerman.
Nello specifico, la scala revisionata (SSS-VI) offre un'evoluzione della forma precedente, in cui Zuckerman concentrava l'attenzione su due scale presenti nella quinta versione. Il fattore TAS (Ricerca di brivido e di avventura) e il fattore DIS (Disinibizione) costituiscono infatti le scale che hanno dato risultati migliori dal punto di vista psicometrico e che sembrano rappresentare empiricamente gli elementi più rilevanti della ricerca di forti sensazioni.
A differenza del SSS-V, nella somministrazione della SSS-VI viene presentata per due volte una lista di 64 attività. La prima volta (sezione Esperienze) il soggetto deve indicare la frequenza con cui ha compiuto ognuna delle attività indicate su una scala a tre punti; la seconda volta (sezione Intenzioni per il futuro) il soggetto deve indicare se ha intenzione di cimentarsi nelle stesse attività, sempre su una scala a tre punti. Rispetto alla distinzione delle sezioni “Esperienze” ed “Intenzioni per il futuro”, è possibile individuare 4 scale:
1. E-TAS (Esperienze-Ricerca di Brivido e di Avventura): in questa scala il soggetto afferma di aver sperimentato o meno attività sportive o azioni fisicamente rischiose. Questo fattore è costituito da 15 Item.
2. E-DIS (Esperienze-Disinibizione): questa dimensione riguarda la ricerca di sensazioni attraverso attività sociali di massima libertà e trasgressione. Sono previsti 42 Item.
3. I-TAS (Intenzioni per il Futuro-Ricerca di Brivido e di Avventura): gli Item si riferiscono a sport e attività fisicamente rischiose che il soggetto ha intenzione di intraprendere in futuro. In tutto sono 22 Item.
4. I-DIS (Intenzioni per il Futuro-Disinibizione): si tratta delle stesse 42 domande proposte nelle Esperienze E-TAS.I punteggi ottenuti con le scale della SSS-VI possono essere posti in rapporto con i dati normativi riferiti ad un gruppo di circa 1500 soggetti.
Scale SSS-VI
Maschi
Femmine
Media
DS
Media
DS
E-TAS
21.02
4.25
19.43
3.18
E-DIS
75.41
14.71
65.85
14.12
I-TAS
42.99
9.98
38.64
8.15
I-DIS
86.65
17.05
75.81
16.97
Medie e DS di un gruppo di 1500 soggetti italiani alle scale della SSS-VI
Il gruppo di ricerca è stato formato da tre gruppi sperimentali ed uno di controllo.
I criteri per la composizione dei gruppi sperimentali sono stati che la tossicofilia fosse vissuta da ALMENO UN ANNO con le seguenti caratteristiche:
· Gruppo cannabis (gruppo CAN): persone che almeno tre volte alla settimana fumano almeno quattro “spinelli” in un giorno.
· Gruppo alcol (gruppo ALC): persone che almeno tre volte alla settimana sperimentano lo stato di intossicazione alcolica acuta.
· Gruppo ecstasy (gruppo EXT): persone che almeno una volta alla settimana fanno uso di ecstasy.
La scelta di tali parametri obbedisce unicamente a esigenze di studio e ricerca. Si è consapevoli che non è possibile ridurre a tali caratteristiche la complessità dell'universo tossicofilico, così come non si è dimenticato quanto sia diffuso il fenomeno della poliassunzione.
Attraverso un foglio di “Presentazione” appositamente compilato prima della somministrazione degli strumenti, sono state indagate specifiche caratteristiche socio-anagrafiche al fine di costituire gruppi omogenei.
La composizione definitiva dei gruppi ha avuto dunque le seguenti caratteristiche:
· n. soggetti gruppo CAN: 25
· n. soggetti gruppo ALC: 25
· n. soggetti gruppo EXT: 25
· n. soggetti gruppo di controllo: 25
· età: tra i 17 e i 28 anni
· stato familiare: celibe/nubile
· professione: studenti
· scolarizzazione: media superiore/universitaria
· area geografica di provenienza: nord Italia5. Reclutamento dei soggetti
Per reclutare i soggetti dei gruppi sperimentali e somministrare gli strumenti, è stato necessario recarsi nei luoghi di ritrovo informale e di divertimento della realtà studentesca dell’Università di Padova.
Ai soggetti venivano illustrati gli obiettivi della ricerca e assicurato l’anonimato. Successivamente, erano somministrati gli strumenti in forma individuale o collettiva, recandosi in sedi private o direttamente sul posto.
Da parte dei consumatori di cannabis ed alcol si è riscontrata spesso curiosità e collaborazione. I consumatori di ecstasy, invece, esprimevano spesso diffidenza, temendo un possibile coinvolgimento da parte delle forze dell’ordine. Per ovviare a tale difficoltà, la presa di contatto con questi soggetti è stata facilitata dall’appoggio di operatori impegnati in progetti riguardanti le realtà devianti interessate .6. Analisi dei dati
Le GDR sono state studiate per mezzo delle correlazioni lineari di Pearson. Questo tipo di analisi statistica consente di esprimere l’intensità e la direzione di un eventuale collegamento tra due variabili.
In questa ricerca, le variabili sottoposte a tale tipo di studio sono stati gli elementi delle GDR: la quantificazione delle correlazioni ha indicato quanto “intensamente” sono collegati gli elementi tra loro.
Tanto per le GDR, quanto per gli altri due strumenti, si è deciso di considerare significative le correlazioni al livello di .05 (2-code) e al livello di .01 (2-code). E' stato individuato un valore di correlazione per ogni coppia possibile di elementi e successivamente, all’interno di ogni gruppo costituito, è stato trovato il valore medio delle correlazioni. Il passaggio finale è stato confrontare i risultati ottenuti per ogni gruppo. A tale scopo è stata utilizzata la procedura statistica del T di Student con assunzione di varianze uguali. Questo tipo di analisi è stata usata per rilevare differenze significative tra i risultati medi.
Per la Scala di Percezione del Rischio, si è calcolata la media dei punteggi degli item suddivisi per le tre sottoscale. Similmente alla procedura usata con le GDR, sono stati elaborati i risultati medi per ogni gruppo e confrontati usando la procedura del T di Student con assunzione di varianze uguali. Inoltre, la correlazione lineare di Pearson ha permesso di evidenziare eventuali “legami” tra le sottoscale all'interno dei singoli gruppi.
Per la Sensation Seeking Scale, sono stati sommati i punteggi di ogni sottoscala. Questi sono stati poi confrontati con le medie normative. Come per gli altri due strumenti, i risultati dei 4 gruppi sono stati confrontati attraverso la procedura statistica del T di Student con assunzione di varianze uguali. La correlazione di Pearson è servita per focalizzare eventuali relazioni tra le sottoscale.